“Mettiamo un bambino in cantiere”, operaio fraintende e viene denunciato

Immagine di Reperentorio
Immagine di Reperentorio

Il classico ragazzo dal cuore d’oro ma non troppo sveglio, uscito da quella moda spezzina tutta Seventies di sposarsi tra cugini. Così Lidio Cruenti, 36 anni, operaio in Thinkantieri, vittima della sua mente ingenua, è finito nei guai. La moglie, assunta a tempo deteriorato all’outlet di Brugnato, ha proposto a Lidio di dare un fratellino alla loro piccola Tilde, 3 anni. “Mettiamo un bimbo in cantiere”, gli ha detto. Non l’avesse mai fatto. O almeno, avesse parlato fuor di metafora, l’imprudente moglie retore. Il buon Lidio, il giorno successivo (venerdì scorso, ndfrates), ha rapito un bambino alla fermata dell’autobus del Muggiano e lo ha portato con sé allo stabilimento Thinkantieri. Senza capirne bene il motivo, ma deciso a soddisfare la richiesta dell’amata moglie. E visto che il piccolo si annoiava, lo ha armato dei ferri del mestiere e si è fatto aiutare sul posto di lavoro. Sfortunatamente per Lidio, quel giorno hanno fatto un giretto in cantiere gli ispettori della Direzione Territoriale del Lavoro. Per il Cruenti è scattata una denuncia per sfruttamento del lavoro minorile. Rischia una condanna fino a 15 anni di reclusione. “Non voglio vendetta – ha detto il bambino sfruttato – ma voglio giustizia e certezza della pena. In Italia si fa presto soltanto con il presidente Silvio Berlusconi, sembra ci sia fretta soltanto per lui e le strade sono piene di immigrati”. Bambini, voce angelica della verità!

Paolo Frates