Inaugurato domenica 11 maggio a Lerici il bellissimo ponte di Primacina, situato al termine (per i maledetti che hanno l’ardire di entrare nella “Porto Alegre del Bosforo”, come l’ha definita il poetone indigeno Stivalis Tornelli) dell’omonima galleria e necessaria per superare in tranquillità un’insidiosa pozzanghera fangosetta. L’utile e postmoderna opera infrastrutturale, costata 11 milioni – Fondi Fastnfurious e contante offerto dal solito magnate russo in cambio di un’emozionate visita al locale museo del giocattolo – è stata realizzata in appena 20 minuti da un operaio minorenne. Nonostante la pregevole fattura del ponte e la sua indubbia utilità, l’amministrazione ha evitato, con la consueta sobrietà, cerimonie e tagli di nastri. “Non vogliamo gente tra i coglioni, è fin troppo chiaro”, ha spiegato umilmente il sindaco Marco Calury. Una curiosità: visto che proprio all’uscita di Primacina furono massacrati a burraco due partigiani, il sindaco ha confessato che in futuro potrà essere affissa una targa ricordo. “La staccheremo a una Twingo parcheggiata alla Venere”, ha spiegato il lungo primo cittadino. Qualche malumore a Genova per l’inaugurazione in sordina. Secondo indiscrezioni di ambiente logopedistico, il governatore Claudio Burlando avrebbe tanto desiderato scendere per una piccola cerimonia, un taglio di nastro, un brindisi, un’amicizia, o qualcosa di più. “Anche con il pranzo al sacco”, ha spiegato il suo ufficio stanca. Malumori anche in seno alla giunta lericina, visto che l’affascinante assessore Fiore ha scritto su facebook un “mmm…” che lascia poco spazio all’immaginazione. “Niente Fiore, solo opere di bene”: questa la sprezzante risposta di Calury, confidata al suo cerchio magico (un hula hoop colorato della Giochi Preziosi con cui suole parlare per ore ogni giorno).
Fausto Minali