Accordo Diocesi-Comune, arriva la tassa sulla bestemmia

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Nuovo balzello in arrivo per gli spezzini dal prossimo autunno. Grazie a una convenzione tra Diocesi e Comune della Spezia, infatti, i cittadini dovranno fare i conti con la tassa sulla bestemmia. Un esercito di seminaristi sarà sparso per la città e seguirà imprecazioni e dibattiti, segnando tutto su taccuini benedetti. Attenzione, nessun divieto, perché lo stato è laico e anche un po’ laido. Ma chi sacramenta, paga. Si parte da un minimo di un euro a bestemmia per quelle semplici, aggiungendo 50 centesimi per ogni attributo/animale/pianta aromatica, con maggiorazione del 20% se i nominati invano sono Santi o profeti abbastanza rari o comunque un po’ chic. “Conoscendo gli spezzini, un’occasione unica per fare cassa. – ha dichiarato il sindaco Arthur Friedenreich – Siamo gente di cuore, grandi bestemmiatori. La bestemmia per gli spezzini ha valore di congiunzione o preposizione articolata: una ragione in più per mettere una piccola imposta”. Soddisfatta la curia: “Quando l’amministrazione si è fatta avanti con questa proposta – ha dichiarato il vescovo Pellet – eravamo un po’ scettici perché questo PD ha tradito i valori della sinistra, quella vera, quella che menava, e che manca così tanto a questo paese. Ora o sei renziano o sei fuori dai giochi. Poi i rapporti si sono addolciti e ci hanno anche dato l’ex assessore Del Prato in ostaggio, tanto non se ne facevano niente. Lo useremo nel presepe come pastore povero o comunque con ISEE ri-di-co-la”. Sarà possibile fare ricorso se si riterrà di aver nominato il nome di Iddio, sì, ma non invano. A deliberare sarà una commissione di donnine devote pescate ubriache davanti alle slot machine degli Arci spezzini. La tassa sulla bestemmia si dice non piaccia a tutta la giunta Friedenreich. In particolare, l’assessore ai riposini diurni, Melgibson Mori, avrebbe accolto la decisione dicendo una cosa brutta brutta (da 2 euro 50 minimo).

Fausto Minali