“Costruire le cose a pene di segugio non è sempre uno svantaggio e adesso i soliti brontoloni dovranno stare zitti”. Lo ha dichiarato appena sveglio il direttore generale della Asl, dott. Konzi, in riferimento all’Ospedale del Felettino, la cui demolizione sarà evidentemente un gioco da fanciulli. Sono arrivate la scorsa settimana le venti cerbottane a pallini di carta con le quali quaranta tecnici comunali (uno spara, l’altro ricarica e, volendo, incita) demoliranno il simpatico nosocomio, realizzato a suo tempo in pan biscotto e segale. I pazienti saranno trasferiti in una serie di strutture non strettamente ospedaliere, ma comunque in grado di ospitare degenti, alcune delle quali coperte. Intanto è polemica sul bunker di radioterapia per i malati oncologici (qua questa ed altre sen-sa-zio-na-li informazioni), con il consigliere comunale Maria Paola Frigidaire che ha sottolineato come non sia un’urgenza per tali malati trovare un rifugio sicuro in caso di bombardamento. Lo sgombero prenderà il via nei primi mesi (marzo-novembre-luglio circa) del 2015, ma il dottor Konzi ha rivelato alla stampa un grazioso retroscena. “Ci sono degenti del Felettino talmente affezionati alla nostra azienda sanitaria, – così il direttore generale – alla sua efficienza, che non sembrano intenzionati a trasferirsi. Vogliono rimanere, sono troppo attaccati. Se ne stanno tutto il giorno tranquilli sdraiati nel loro lettino da diversi mesi ormai. Non parlano per non disturbare il personale Asl, da quanto amano l’azienda, e non mangiano per farci risparmiare, pensate la devozione. C’è chi dice che non si muovano proprio, probabilmente per rispetto”.
Paolo Frates