Siamo in pieno autunno, abbiamo appena cominciato a postare su Facebook le foto dei piumoni, della neve gratuita e di noi adulti stretti nel lettone con i bimbi, volendo anche i nostri figli, ma è necessario mettersi già a pensare alla prossima estate alle Cinque Terre. I problemi non mancano e sono legati in massima parte all’ingente afflusso di turisti: l’anno scorso sono stati ben 40mila, numeri al limite della sostenibilità per Vernaccia, Marola, Montevarchi e le altre due che ora proprio non mi vengono. Una soluzione potrebbe essere il numero chiuso. Il presidente del Parco Vittorio “Alè” Sandro aveva proposto, per esempio, di aprire le porte delle Cinque Terre soltanto a donne dai 16 ai 40 anni, previo invio di materiale fotografico, però poi gli hanno detto di non fare tanto lo spiritoso. Senz’altro più praticabile un miglioramento del servizio del trasporto ferroviario. C’è già un accordo con le ferrovie per avere un treno ogni mezz’ora (20 minuti più, 20 minuti meno) sulla tratta La Spezia – Levanto. Certo, una proposta del genere comporterà una rimodulazione del lavoro delle ladre nomadi. “Anche noi ci attrezzeremo per fare scorribande ogni mezz’ora. – hanno spiegato in una nota le borseggiatrici di origine Synth (all’inizio rubavano i Moog) – Tutta la comunità del Parco deve sforzarsi per migliorare, altro che numero chiuso. Dobbiamo riuscire a lavorare insieme, a pieno regime”. E l’assessore regionale al turismo, Gianni Berrino, come ha letto ‘regime’ non c’ha capito più niente.