Atc esercizio, l’azienda spezzina del trasporto pubblico locale nuovo che hanno aperto in centro, stasera andiamo?, corre ai ripari. Sono infatti ormai insostenibili le ripetute accuse rivolte dagli autisti all’azienda: i mezzi non hanno una linea aggressiva, il mocaccino delle macchinette esce senza cuoricino disegnato sulla schiuma (a volte esce una pleura, al massimo), i neo assunti sono completamente di digiuni del concetto vischioso di filia greca, gli autobus prendono fuoco all’improvviso e prima o poi capiterà che a bordo, purtroppo, non ci sarà nessuno, e altre cose terribili che sono a pensarle viene una sorta di senso di frustrazione, di incompiutezza, io credo sia lo stress, amore perdonami vedrai che tutto tornerà come quando avevamo vent’anni di reclusione. La classica goccia che ha fatto traboccare il vasodilatatore è stata la rimostranza delle donne autista, che si sono lamentate perché non sanno più cosa fare per farsi palpare sul posto di lavoro dal dott. Barbetta Renato, presidente della holding. Forse il signorino, giocando a fare il corretto, crede semplicemente di essere migliore di tutti noi altri. Ad ogni modo, lo stesso Barbetta, con due tratti di penna sul regolamento aziendale, ha cambiato le norme con l’obbiettivo di zittire le rimostranze dei dipendenti: d’ora in poi sarà infatti vietato parlare al conducente sempre, non solo quando guida. Anche quando è fuori dall’orario di lavoro, quindi a casa, a spasso, in biblioteca a fare un approfondimento (come no). Nessuno potrà chieder loro di parlare di problemi, inquietudini, affinità, divergenze. I sindacati hanno gridato allo scandalo, ma più che altro perché l’altra sera hanno visto “50 sfumature di grigio” sul cinque e ci son rimasti un po’ così. I lavoratori hanno dichiarato lo stato di agitazione, cominciando a comportarsi come Alessandro Haber praticamente in tutti i film, e hanno chiesto il solerte ritiro della modifica al regolamento, però magari dopo martedì, che c’è la Champions e guardarsela tranquilli, con la moglie che non può parlarti né chiedere cose sul parquet, schifo schifo non fa.
Omar Bozo