Lerici, al via la raccolta differenziata per colore

Le bucce di banana con i romanzi gialli edizione economica, i pomodorini Pachino con i feti, il travertino avanzato con la carta straccia. Questa l’innovativa logica della raccolta differenziata porta a porta che prenderà il via nelle prossime settimane a Lerici, su tutto il territorio comunale, esclusi Montemarcello e Romito. Una raccolta non più per tipologia di materiale – un metodo troppo complesso e poi tanto si sa che gli operatori fanno i mescoloni e vanno in coma etilico -, ma per colore: giallo, rosso, bianco e nero (e guai se dici negro altrimenti sei automaticamente RAZZISTA!, povera Italia). Una raccolta divertente, sbarazzina e a rischio zero, visto che il recupero di materiali sarà compromesso alla radice. Ma il colpo d’occhio, cromaticamente, sarà notevole. Certo, ci vuole una rivoluzione culturale come quella di Mao, ai tempi dei pezzi con Max Gazzè. Per portarla a termine l’amministrazione comunale ha ingaggiato il super esperto Stefano Ambroginodoro, 21 anni, originario del lombardo veneto. Alle spalle, diverse esperienze virtuose e centinaia di modelli sperimentati, da quello Scampia all’opprimente ma efficace sistema “Funny Games”. Obbiettivo di palazzo civico è arrivare alla “tariffa puntuale”, che prevede costi devastanti per i cittadini, ma notifiche sempre puntuali, tanto se deve arrivare, meglio che arrivi subito. Naturalmente ai lericini sarà lasciata la possibilità – nel Nord Europa è una consuetudine come il sesso libero, i dipinti allegorici alla Bosch o un simpatico mix tra le due cose – di conferire i rifiuti presso l’isola ecologica, “archetipo infantile – si legge nella brochure – che vede il conferitore prendere il mare a bordo di un gozzetto carico di rifiuti, diretto verso l’agognato isolotto di fantasia, e improvvisamente, ormai sfiduciato, disperdere il carico in acqua, magari sussurrando ‘Oh Laputa, isola volante’, però piano perché dei dominicani di passaggio potrebbero ingolosirsi”. Ma è chiaro che niente può funzionare senza la buona volontà della gente.