“Troppe responsabilità, troppe pressioni. Lascio il Movimento cinque stelle, che comunque non è più quello degli inizi. E me ne frego se ora si dirà in giro che mollo perché ho preso la filariosi andando con delle cagnette non tanto serie”. Lo ha dichiarato Vergogno, il cagnolino di Pietro Serarcangeli, candidato sindaco pentastellato a Santo Stefano Magra in vista del voto del 5 giugno, con “l’ambizione di arrivare almeno al ballottaggio con il commissario prefettizio”. Il cane Vergogno, in particolare, ha deciso di farsi da parte perché continuamente messo di mezzo per quanto concerne il riempimento della ex Cava della Brina, all’interno della quale Serarcangeli ha scagliato più volte il quadrupede, mandandolo in avanscoperta, senza tuttavia trovare elementi interessanti su particolari conferimenti di rifiuti tossici o radioattivi, anche se una volta il cagnetto è tornato indietro con una zampina in più e la voce di Red Ronnie. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Pd Juri Mazinga, ha tuttavia sempre assicurato che per il riempimento della ex Cava della Brina, come da definizione, viene effettuato usando solo e soltanto brina, infatti come cosa sarà un po’ lunga perché si scioglie. “Un po’ come il mito di Sisifo”, ha osservato lo stesso primo cittadino, ma aveva il libro aperto sotto il banco. Il consigliere regionale Francesco Battistini ha provato invano a convincere Vergogno a restare nel gruppo offrendogli dei croccantini che sono la fine del mondo. “Sono gli stessi che do a Chiappini Valter, per dire, mica Friskies”, ha detto sconsolato Battistini. Attualmente il cane Vergogno, essendogli spuntata un’ulteriore zampina, sarebbe in trattativa con Eni per fare da testimonial vivente. E subito Serarcangeli, per ripicca, ha telefonato a Enrico Mattei (che è vivo, sta in Sud America e fa tutto via Skype) per dirgli di non fidarsi.
Omar Bozo