Quando ormai tutto sembrava compromesso, il Partito democratico spezzino ha trovato il modo per individuare il candidato sindaco con il quale vincere – questa la speranza di tutti – le prossime elezioni comunali. Un’ottima notizia per il centrodestra, che rischiava seriamente di spuntarla senza sentirsela più di tanto nonostante l’ottimismo di Toti (“Prendiamoci Spezia, perla dell’Appennino”), e una pessima news sia per “Vedremo”, la dubitativa lista del dottor Melley, sia per il Movimento cinque stelle, compattatosi attorno al nome di un candidato forte e conosciuto, coso, là. Il Pd ha trovato la quadra ieri a tarda ora, quando già tutti i benifeiani erano a cercare le cose sporche su Odeon Tv. Quindi, primarie o candidato unitario? In nome della cara e vecchia sintesi, in Via Lunigiana si è deciso per una soluzione di compromesso: sì alle primarie, ma con un solo candidato. Che sarà il sensibile socialista Paolo Manfredini, presidente del consiglio comunale, di professione preside. “Sono orgoglioso di questa opportunità – ha dichiarato piangendo -, d’altra parte sarebbe stato imperdonabile farsi la guerra fino alla fine e arrivare alla conta anche perché io non so contare tanto bene, l’avete visto”. Estremamente critica l’ala benifeiana: “Una volta se uno studente si comportava male i genitori lo punivano – ha dichiarato a caldo un assonnato assessore Erba interrompendo un attimo la telefonata con Lea di Leo -, oggi invece vanno tutti piccati dal preside che però non c’è perché lo abbiamo candidato”.
Omar Bozo