Come da tradizione, tra la fine del vecchio anno e l’inizio del nuovo si rinnova sulle spiagge spezzine la tradizione dei cimenti invernali. Centinaia gli audaci che si tuffano nelle acque gelide, solo poche decine quelli che sopravvivono e, come tartarughine appena nate, tornano a riva. Com’è noto, visto che ai cimenti prendono parte anche diversi sindaci e assessori, gennaio è mese di rimpasti, necessari per rimpiazzare questo o quell’altro amministratore spentosi nell’abbraccio ghiacciato del Golfo. Tra l’altro non è raro vedere consiglieri di maggioranza desiderosi di entrare in giunta offrire cannelloni bollenti ad assessori in procinto scagliarsi nel mare gelato.
Cimenti invernali, naturalmente, vuole anche dire gara a evidenza pubblica per il recupero delle salme. Anche a questo giro l’ha spuntata la Cooperativa Maris, non solo garantendo un ribasso di 20-30mila lire sulla base d’asta ma anche proponendo la chicca dello smaltimento in fossa comune.
Da sottolineare la divertente variante del ‘cemento invernale’ – diffusasi nelle spiagge liguri dei Comuni soggetti a infiltrazioni mafiose – che vede vittime predestinate della malavita lanciarsi con gioia, in costume, tra le fauci di una betoniera. Tra i cimenti più riusciti di questi giorni, senz’altro quello di Lerici, dove ora il tasso di sopravvivenza ha raggiunto il 70 per cento, mentre in precedenza, quando c’era la società Lerici mare, affogava molta più gente perché i bagnini di prima (messi lì dalla sinistra per amicizia, mica per le competenze) non sapevano nuotare e facevano la respirazione bocca a bocca alle bagnanti under 25 anche se magari avevano preso solo una storta.
Paolo Frates