Le scuole di Sarzana hanno un indice di vulnerabilità sismica bassissimo, cosa che mette a rischio il futuro di bimbi e ragazzini, già fattosi difficile per la vittoria del No al referendum del 4 dicembre 2016. Al momento, spiegano gli esperti, le scuole sarzanesi crollerebbero certamente in caso di terremoti dal 7° grado in su della scala Ritter Sport. Ieri sera il consiglio comunale ha dibattuto in cerca di una simpatica soluzione. Esclusa a priori l’eventualità di fare lunghi e comunque troppo costosi (quasi 30mila euro) lavori di manutenzione facendo perdere anni scolastici agli studenti – proposta caldeggiata da Lega e M5S, elettrizzati dall’idea di avere a disposizione altri italiani poco istruiti -, è stata messa da parte anche la soluzione dei moduli per la perenne indecisione tra il classico 4-4-2 e il più spregiudicato 4-3-3. A imporsi, infine, venendo votata all’umanità, è stata la mozione del consigliere Paolo Mione (Sarzana²) che intelligentemente ha proposto non di migliorare gli edifici, ma, spendendo assai meno, di andare a rafforzare gli alunni, rendendoli più resistenti ed elastici, migliorandone la risposta a eventi sismici catastrofici. Una ditta specializzata si premurerà di corazzare i bambini come dei piccoli transformers. Approvato all’unanimità, per un fatto di educazione, anche un emendamento del Pd in cui si ricorda come “al di là di ogni intervento, la migliore arma contro le catastrofi naturali è e sempre sarà quel formidabile strumento chiamato preghiera”.
Omar Bozo